Il Sistema Sanitario italiano si trova oggi di fronte a sfide precise per assicurare al cittadino un soddisfacente livello di assistenza. E' necessario un profondo cambiamento dei criteri di gestione e organizzazione dell'assistenza sanitaria, la sperimentazione e la ricerca di strumenti e processi che consentano di conseguire i migliori risultati possibili con le risorse a disposizione.

  • Le disfunzioni organizzative
  • L'inferenza politica sulla gestione tecnica delle sanità
  • L'obsolescenza da una parte e la ridondanza della nostra rete ospedaliera dall'altro
  • Le lunghe attese per eseguire indagini diagnostiche, strumentali o di laboratorio, o per ottenere ricoveri solleciti nelle strutture pubbliche, vengono immediatamente percepite come le patologie più evidenti del nostro Sistema Sanitario.

Esse sono il frutto della demotivazione e della mancanza di incentivi degli operatori sanitari. Potremmo anche parlare del basso reddito e conseguentemente del doppio o triplo lavoro dei medici, ma non risolvere il problema con demagogici, costosissimi ed in ultima analisi inutili, aumenti generalizzati degli stipendi, chiedendo in cambio un'intramoenia non facilmente controllabile e spesso non applicabile per mancanza di strutture ove esercitarla. Meglio sarebbe stato vincolare quell'enorme massa di risorse impegnate, sull'effettivo aumento di produttività del singolo operatore (n. di ecografie fatte, n. di ore in sala operatoria o in pronto soccorso, n. di radiografie scattate, di ricoveri e dismissioni effettuate), facendo si, finalmente, che anche nel Pubblico valesse la regola che fa ben girare l'economia (anche la Sanità) privata.

Una regola semplicissima che prevede che chi più lavora più guadagna e più fa carriera. In questo modo l'utente della salute riscontrerebbe immediatamente un aumento dei servizi e della loro qualità e una diminuzione delle attese per usufruire di essi; il tutto con le stesse risorse attualmente impegnate che non sono poche. Inoltre dato che il privato, spesso, riesce con meno costi ad ottenere servizi qualitativamente efficienti, le regioni più ricche potrebbero cominciare a sperimentare una sorta di Bonus sanitario spettante a ciascun cittadino che, può spendere come crede, anche nell'ambito sanitario privato ad integrazione di parcelle o per stipule di assicurazioni sanitarie private.

Rendendo così la Sanità privata accessibile ad un maggior numero di cittadini non soltanto si realizzerebbe un chiaro obiettivo sociale, consentendo anche ai meno fortunati di avere un trattamento migliore ma, si contribuirebbe a decongestionare, in parte, quella pubblica che, potrebbe meglio dedicarsi ai problemi più gravi ed ai cittadini veramente indigenti. A titolo di esempio, un anziano con patologie croniche spesso rimane per lungo tempo nei reparti di Medicina, con costi giornalieri proibitivi (circa 1.500.000 lire al giorno), quando, in centri privati convenzionati con la Regione, la spesa pro capite é meno della metà e spesso il confort del ricovero e la qualità dei servizi é migliore. Bisogna in ultima analisi ottimizzare il profitto in un mix pubblico-privato che funzioni nell'interesse del malato, delle sua famiglia e della collettività.

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