Immigrazione

Alleanza Popolare intende prendere posizione sugli sviluppi più recenti del problema immigrazione anche in relazione agli annunciati aumenti delle quote di immigrati per oltre 41.000 unità, come richiesto, in particolare, dai piccoli e medi industriali del Nord, che hanno necessità di mano d'opera.

Esaminando la situazione attuale, abbiamo l'impressione che rispetto a 50 anni fa in Italia non sia successo nulla: allora la Fiat e la grande industria del Nord favorirono l'immigrazione massiccia di tanti meridionali, estirpati dalle loro regioni e dalla loro cultura, per essere "deportati" in quartieri dormitorio, ove é covato il disagio sociale e, quindi, spesso il crimine. Quando la grande industria del Nord negli anni 70 é entrata in crisi, la immigrazione meridionale é stata vista come un peso e si é dimenticato che i lavoratori del Sud hanno contribuito al benessere del Nord: gli immigrati del Sud, sono stati allora incentivati a tornare alle loro Regioni.

Oggi, sembra che ancora in Italia vogliamo agire al di fuori di una programmazione sociale, umana e per uno sviluppo sostenibile, ma che vogliamo ancora una volta assecondare la richiesta corporativa degli industriali, che oggi hanno bisogno degli immigrati stranieri, ma domani quando si verificherà una congiuntura economica negativa, chiederanno allo Stato, di risolvere il problema delle eccedenze di lavoratori.

E'allora necessario che l'immigrazione straniera nel nostro Paese sia affrontata in modo razionale e non emozionale e si proceda ad una regolamentazione tale da consentire una immigrazione solamente là dove il tessuto sociale Regionale la possa consentire, non solo per sopperire alle contingenti necessità imprenditoriali, ma in un'ottica di effettiva e futura integrazione economica e sociale degli immigrati.

A tal fine sarebbe necessaria non solo una programmazione nazionale, ma anche a livello Regionale, con la costituzione di una sorta di autorità Nazionale e sotto autorità Regionali, preposte alla materia di immigrazione.